Per chi produce olio con passione e con la massima cura è fondamentale fare la valutazione sensoriale dell’olio. il Panel test serve per capire se abbiamo lavorato bene o se ci sono stati errori o problematiche dalla fruttificazione alla conservazione dell ‘olio.
Moltissimi olivicultori non fanno nulla per capire che olio hanno fatto . Qualcuno fa effettuare una semplice analisi chimica tralasciando invece che la prima cosa da fare è la valutazione sensoriale dell’olio eseguita da un panel test.
La valutazione sensoriale o valutazione organolettica basata sul sistema del Panel test (metodologia analitica standardizzata che vede operare un gruppo di assaggiatori selezionati, addestrati ed allenati), contribuisce a dare un giudizio sulla qualità di un olio di oliva e di definire se possa essere classificato come un extra vergine o se debba essere declassato.
Ritengo sia un passaggio fondamentale per chi alla fine del ciclo produttivo del proprio uliveto voglia essere tranquillo di ciò che andrà a vendere e capire la qualità e le caratteristiche del suo Evo.
E’ bene capire che, se oli non proprio perfetti spesso riescono a stare dentro ai parametri chimici delle analisi, all’assaggio umano verranno bocciati. Infatti nell’analisi olfattiva e sensoriale i difetti vengono fuori ed è possibile capire cosa abbiamo sbagliato.
Per questo, l’analisi sensoriale (valutazione organolettica) basata sul sistema del Panel test (metodologia analitica standardizzata che vede operare un gruppo di assaggiatori selezionati, addestrati ed allenati), contribuisce a dare un giudizio globale sulla qualità di un olio extra vergine di oliva e costituisce un elemento di caratterizzazione e differenziazione fra tanti prodotti proposti sul mercato, analiticamente simili fra loro.
Fondamentale è che a fine assaggio sapremo se l’olio oggetto delle attenzioni del panel possa essere classificato come:
- extra vergine di oliva (assenza di difetti e acidità sotto lo 0,8%);
- olio vergine (presenza di uno o più difetti e acidità sutto il 2%);
- olio lampante (marcata presenza di difetti ed acidità che supera il 2%);
Nota bene: l’acidità non è percepibile al palato umano ma viene desunta tramite analisi chimica. L’uomo può solo sentire in bocca il rancido che viene erroneamente visto come un’acidità dell’olio.
Inoltre, la valutazione dell’odore e del sapore servirà a risalire alla storia del prodotto e alla cura con cui è stato ottenuto. La varietà delle cultivar impiegate, il grado di maturazione e di gestione delle olive (dalla raccolta al conferimento in frantoio), il processo di estrazione dell’olio e le condizioni di conservazione del prodotto saranno il risultato di ciò che verrà percepito dagli assaggiatori.
Gli assaggiatori del panel hanno infatti il compito di valutare se ci siano difetti e dare un giudizio sui toni di amaro, piccante e sui flavour che l’olio campionato possa avere. Tutte caratteristiche che dimostreranno la sua unicità e le sue peculiarità.
Dietro un olio c’è una storia che parla della varietà delle cultivar impiegate, del grado di invaiatura delle tempistiche di raccolta e conferimento in frantoio, del processo di estrazione ed infine delle condizioni di conservazione del prodotto. Tutte caratteristiche che il consumatore finale apprezzerà nel momento che l’oro verde entrerà a contatto con il suo palato.
Cercate un panel vicino a dove siete e fate fare una prova sul vostro olio. Avrete la sicurezza che quello prodotto e messo in commercio sia davvero Olio Extra Vergine di oliva. Il costo per fare tutto ciò è spesso inferiore ai 100 euro (solitamente il prezzo di aggira intorno ai 70 € + iva).
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Buon olio bio a tutti!
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